Archivio | febbraio, 2015

Matisse Arabesque: iniziative gratuite. Conferenze, laboratori, visite guidate e cinema

27 Feb

In occasione della mostra Matisse Arabesque (alle Scuderie del Quirinale dal 4 marzo al 21 giugno 2015) in programma una serie di iniziative gratuite: conferenze, laboratori, visite guidate e cinema.

In occasione della mostra Matisse Arabesque (alle Scuderie del Quirinale dal 4 marzo al 21 giugno 2015) in programma una serie di iniziative gratuite: conferenze, laboratori, visite guidate e cinema

In occasione della mostra Matisse Arabesque (alle Scuderie del Quirinale dal 4 marzo al 21 giugno 2015) in programma una serie di iniziative gratuite: conferenze, laboratori, visite guidate e cinema

Ostiense District: street art map del quartiere

26 Feb

Ostiense District è un’iniziativa di valorizzazione e promozione del quartiere Ostiense come luogo della contemporaneità.
Il progetto, nato da un’idea dell’agenzia di comunicazione Pescerosso e della galleria d’arte contemporanea 999, si propone di promuovere la zona compresa tra Piramide e San Paolo, costellata da punti di interesse affascinanti e poco inseriti nei circuiti turistici tradizionali, definendo una mappa dei luoghi di interesse e realizzando campagne di comunicazione, nuovi servizi informativi cartacei e digitali e interventi installativi site specific di cui i primi tre già affidati agli artisti Clemens Behr, Spy e Fra Biancoshock.

Dal 14 febbraio 2015 è attivo il sito www.ostiensedistrict.it  contenente, tra le altre cose, la mappa del quartiere con le opere di street art realizzate negli ultimi anni.

Le installazioni di Clemens Behr, Spy e Fra Biancoshock verranno realizzate tra il 25 e il 27 febbraio rispettivamente in Piazzale Ostiense – adiacente metro Piramide, Piazzale del Gazometro e viale Ostiense – sottopasso ferroviario.

L’evento è sostenuto dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo – Dipartimento Cultura di Roma Capitale mediante l’Avviso Pubblico “Roma Creativa”.

Il progetto si articola in tre fasi:

PROMOZIONE (Campagna di comunicazione, Depliant Istituzionale, Web & New Media, Comunicazione terra, Bus & Metro)

SERVIZI (Info point turistici, Guide & Tour, Libro)

INTERVENTI (Realizzazione di una serie di interventi installativi lungo la Via Ostiense)

Noi siamo il contemporaneo. Tutto il resto è storia.
Il quartiere Ostiense nasce all’inizio del XX secolo come quartiere della modernità. Qui viene collocata la prima centrale elettrica di Roma, il gazometro, le fabbriche e gli opifici che proietteranno la città eterna nell’era moderna e proprio in quest’area, in forma spontanea, una delle più importanti espressioni della creatività contemporanea ha trovato la sua sede ideale in quella cornice postindustriale che, in tutta Europa, sta rappresentando il territorio ideale per queste iniziative. Come Brick Lane a Londra, Belleville a Parigi e Wynwood a Miami, il quartiere Ostiense è stato definito dalla stampa internazionale l’Ostiense District: il luogo dove si può partecipare, vedere e respirare il fermento creativo, artistico e culturale della città. Una Roma ultracontemporanea inedita e inaspettata.

Nel corso degli anni l’attività di arte pubblica (nella sua forma conosciuta come street art) sulla città di Roma si è concentrata nell’area dell’VIII Municipio ed in particolare nella zona Ostiense, in un quadrante che va da Piramide a San Paolo con un risultato sorprendente: quest’area conta oltre trenta opere pubbliche di grandi dimensioni che ad oggi sono diventate oggetto di visite guidate e più genericamente di un turismo culturale indipendente e autonomo.

Questi gli artisti presenti nell’Ostiense District:
ROMEO, ROA, HERBERT BAGLIONE, STEN&LEX, MARTINA MERLINI, AGOSTINO IACURCI, AXEL VOID, BLU, HITNES, LUCAMALEONTE, MONEYLESS, GAIA, ANDRECO, TELLAS, 2501, JBROCK, KID, ACNE, MOMO, SBAGLIATO, CLEMENS BEHR, RERO, C215, SAM3, DIAMOND, SPECTER, 108, EVER, GUY, DENNING, BORONDO, JAZ.

Pur costituendo motivo di attrattiva principale, la street art non è l’unica risorsa culturale del quartiere Ostiense. Nel quadrante compreso all’interno delle tre fermate di metro Ostiense-Garbatella-San Paolo troviamo il Cimitero Acattolico, la Piramide Cestia, il museo della Centrale Montemartini, la basilica di San Paolo ma anche il ponte Settimia Spizzichino e i Mercati Generali progettati dall’archiatra olandese Rem Koolhas di prossima apertura, due eccellenze di architettura contemporanea.

Vedi anche:

Porta di Roma LIVE 2015: concerti gratuiti alla Galleria Porta di Roma

25 Feb

Torna a luglio 2015, dopo lo straordinario successo di pubblico dello scorso anno (60.000 spettatori per 17 serate), il festival musicale #PortaDiRomaLIVE organizzato da Galleria Porta di Roma. Nelle prossime settimane saranno svelati i nomi degli altri protagonisti che contribuiranno a rendere, ancora una volta, il #PortaDiRomaLIVE uno degli eventi più attesi dell’Estate Romana. Concerti in programma (con INGRESSO GRATUITO):

Programma in aggiornamento

Le Domeniche di Zelig @ Porta di Roma LIVE 2015 (con INGRESSO GRATUITO) dal 5 al 26 luglio Inizio spettacoli ore 21,30 / Ingresso gratuito Porta di Roma LIVE non è solo musica, ma anche comicità e grande spettacolo. Quest’anno le domeniche di luglio saranno targate Zelig e il palco del festival ospiterà sette artisti provenienti dallo storico club milanese, tempio della comicità italiana.

  • Max Pisu – Recital Domenica 5 Luglio
  • Antonio Ornano – Crostatina Stand Up Domenica 12 Luglio
  • Antonio D’Ausilio – Fuori Casa Domenica 19 Luglio
  • Zelig Show con Sergio Sgrilli, Leonardo Manera, Chicco Paglionico e I Beoni Domenica 26 luglio

SITO UFFICIALE

Vedi anche:

Il Giardino dei Tarocchi a Capalbio, creato da Niki de Saint Phalle

24 Feb

Idee per una gita fuori porta: il Giardino dei Tarocchi a Capalbio, creato da Niki de Saint Phalle.

Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico situato in località Garavicchio, nei pressi di Pescia Fiorentina, frazione comunale di Capalbio (GR) in Toscana, Italia, ideato dall’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, popolato di statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi.

 

Seguendo l’ispirazione avuta durante la visita al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, poi rafforzata dalla visita al giardino di Bomarzo, Niki de Saint Phalle inizia la costruzione del Giardino dei Tarocchi nel 1979. Identificando nel Giardino il sogno magico e spirituale della sua vita, Niki de Saint Phalle si è dedicata alla costruzione delle ventidue imponenti figure in acciaio e cemento ricoperte di vetri, specchi e ceramiche colorate, per più di diciassette anni, affiancata, oltre che da diversi operai specializzati, da un’équipe di nomi famosi dell’arte contemporanea come Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marina Karella e soprattutto dal marito Jean Tinguely, scomparso nel 1991, che ha creato le strutture metalliche delle enormi sculture e ne ha integrate alcune con le sue mécaniques, assemblaggi semoventi di elementi meccanici in ferro.
All’opera hanno collaborato anche Ricardo Menon, amico ed assistente personale di Niki de Saint Phalle anch’egli scomparso pochi anni or sono, e Venera Finocchiaro, ceramista romana; le sculture più piccole del Giardino (la Temperanza, gli Innamorati, il Mondo, l’Eremita, l’Oracolo, la Morte e l’Appeso), realizzate a Parigi con l’aiuto di Marco Zitelli, sono state poi prodotte in poliestere da Robert, Gerard e Olivier Haligon.
L’architetto ticinese Mario Botta, in collaborazione con l’architetto grossetano Roberto Aureli, ha disegnato il padiglione di ingresso – uno spesso muro di recinzione con una sola grande apertura circolare al centro, pensato come una soglia che divida nettamente il Giardino dalla realtà quotidiana.
Terminata solo nell’estate del 1996, la realizzazione del Giardino ha comportato, oltre ad un enorme lavoro di impianto, una spesa di circa 10 miliardi di lire interamente autofinanziati dall’autrice.
Nel 1997 Niki de Saint Phalle ha costituito la Fondazione Il Giardino dei Tarocchi il cui scopo è quello di preservare e mantenere l’opera realizzata dalla scultrice. Il 15 maggio 1998 il Giardino dei Tarocchi è stato aperto al pubblico.

Le sculture ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi, dense quindi di significati simbolici ed esoterici, sono l’ultima tappa di un percorso artistico iniziato da Niki de Saint Phalle a metà degli anni Sessanta, dopo aver abbandonato il Nouveau Réalisme e gli assemblaggi polimaterici per la creazione delle cosiddette “Nanas”, enormi, sinuose figure femminili percorribili ed abitabili, la prima delle quali – la Hon – venne realizzata nel 1966 per il Museo di Stoccolma e la più famosa delle quali, la Tête, fu terminata nel 1973 nel bosco di Milly-la-Foret in Francia e dichiarata monumento nazionale dal presidente Mitterrand.
Nei colori intensi e vivacissimi, nella “spasmodica dilatazione delle forme e nella solarità ispirata ai maestri del cromatismo, da Matisse a Picasso, da Kandinskij a Klee”, le corpose, esplosive sculture del Giardino dei Tarocchi, rivestite di un “abito di luce che trasforma le varie figure personalizzate in una favolosa successione di parure neobarocche”, rapiscono “l’attenzione e i sensi dello spettatore”, che, lungi dal percorrere un parco di divertimenti, compie una sorta di percorso iniziatico che si richiama ad illustri precedenti – Bomarzo, il Palazzo Ideale di Ferdinand Cheval nella Drome, il Parco Guell, le Torri di Watts di Simon Rodia di Los Angeles – ma che è connotato soprattutto dalla presenza di un Femminile materno e potente, carico di complessità simbolica e di “non casuali connessioni (…) con i “calvari” psichici e fisici” dell’autrice.

Ubicazione
Il Giardino sorge sul versante meridionale della collina di Garavicchio, nella Maremma toscana. L’opera, dilatata su circa 2 ettari di terreno, costituisce una vera e propria “città” in cui le sculture-case segnano le tappe del percorso spiccando coloratissime già dalla strada nel selvaggio paesaggio naturale. Ai piedi della collina di Garavicchio, l’accesso al Giardino è letteralmente sbarrato dalla lunga muraglia del padiglione d’ingresso creato da Mario Botta, costituito da un doppio muro di recinzione in tufo con una sola grande apertura circolare al centro, chiusa da una cancellata. Lo stesso Botta ha dichiarato che nel disegno dell’ingresso ha cercato di interpretare il sentimento di “separazione” tra il Giardino ed il mondo esterno che Niki de Saint Phalle chiedeva: il muro è inteso quindi come una “soglia”, da varcare per entrare in una “pausa magica” nettamente divisa dalla realtà di tutti i giorni. Nel progetto, il muro ha preso sempre più spessore per essere attrezzato, all’interno, con i servizi richiesti da un’attività si transito; i due lunghi setti murari paralleli sono così separati da uno spazio, pavimentato in porfido, che accoglie, ai lati dell’apertura circolare, i gabbiotti in metallo e vetro per la biglietteria ed il piccolo negozio.

La piazza centrale
Varcata la soglia, la strada sterrata sale fino alla grande piazza centrale occupata da una vasca e sovrastata dalle figure unite della Papessa e del Mago, i primi arcani maggiori dei Tarocchi che segnano l’inizio del percorso. Circondata dal verde e dalle sinuose panchine di Pierre Marie Le Jeune, la piazza, sorta di grande anfiteatro sovrastato dalle altre, coloratissime sculture, comunica immediatamente quell’impressione di inquietudine ed incantesimo, di fascinazione, di gioco, di splendida visionarietà che anima l’intero Giardino. La vasca circolare in cui si raccolgono le acque sgorganti a cascata dalla scalinata che procede dalla enorme bocca aperta della Papessa, chiara reminiscenza dell’Orco di Bomarzo e ideale legame con i giochi d’acqua di Villa d’Este è segnata al centro dalla Ruota della Fortuna, la scultura meccanica semovente eseguita da Jean Tinguely. Le strade che si dipartono dalla piazza percorrono itinerari diversi che seguono le sinuosità del terreno, salendo o scendendo lungo il costone. Anche le strade giocano nell’opera un ruolo fondamentale: sul cemento che le ricopre, infatti, Niki de Saint Phalle ha inciso indelebilmente appunti di pensiero, memorie, numeri, citazioni, disegni, messaggi di speranza e di fede, snodando un percorso che ancora una volta non è solo fisico ma soprattutto spirituale. Sul costone destro, la piccola scalinata che sale dalla piazza passa sotto la figura del Sole, incarnato nel grande uccello del fuoco, bianco, rosso e giallo, appollaiato sopra un grande arco azzurro, nel quale è evidente il richiamo alla iconografia degli indiani d’America. Immediatamente dopo il Sole, ecco il Papa, opera preferita di Tinguely che ne saldò la struttura “in solitaria” e che adotta la tecnica filiforme detta skinny.
Interno della Torre con mosaico di specchi

 

L’Albero della Vita
Fa da contrappunto allo spazio cavo racchiuso dalle colonne del Papa il tutto-tondo dell’Appeso, detto anche L’albero della Vita, il cui solido corpo coronato da teste di serpenti è ricoperto, come un giornale murale, di iscrizioni, graficismi e disegni di Tinguely e di Niki de Saint Phalle, che narra in particolare la sua esperienza autobiografica nelle formelle del pannello “My Love”. Delineata con fili di colore al centro di un settore ovale ricoperto di specchi, l’Albero della Vita reca la figura dell’Impiccato, che dal suo punto di vista rovesciato suggerisce un altro modo di guardare la realtà delle cose. E mentre di fronte sale fino alla testa del Matto la serpeggiante scalinata blu intenso sotto la quale è nascosto l’accesso all’interno della testa-fontana della Papessa, dipinto di azzurro con stelle argentee, sulla destra si staglia, inquietante nel suo netto contrasto di bianco e nero, la figura della Giustizia, con la bilancia poggiata sui grandi seni e lo spazio interno, sbarrato da un cancello chiuso da un enorme lucchetto, occupato da un’altra delle sinistre mecaniqués di Jean Tinguely raffigurante L’Ingiustizia.
Procedendo lungo la stradina di cemento – mentre un cartello segnala una possibile deviazione in mezzo al boschetto, dove sono collocate le sculture degli Innamorati, coloratissime e gioiose figure in poliestere che sedute sul muretto consumano il loro pic-nic e, più indietro, solitaria in mezzo ad una piccola radura, il Profeta, grande fantasma cavo interamente ricoperto di specchi – ci si imbatte nel castello dell’Imperatore, concepito “come una cittadella imperiale munita di torri, di un camminamento di ronda, di un cortile adornato da una fontana e da 22 colonne (il numero degli Arcani Maggiori) che sostengono un loggiato”.

L’Imperatore
L’Imperatore “è la figura con maggiore completezza architettonica, che Niki de Saint Phalle ha studiato a lungo e modificato dove pare raccolta l’eredità di Gaudí”. Rappresenta la carta del Maschile, fisico e psichico (simboleggiato dalle strutture verticali e dal razzo rosso rivolto verso il cielo poste in fregio al camminamento superiore), dell’ambizione, del potere consolidato simboleggiato anche dal ricco repertorio materico – “una onirica rievocazione del ready-made degli anni Sessanta”- che comprende “vetri di Murano e murrine, specchi di Francia, cecoslovacchi e di Boemia, rilievi decorativi (…) e tasselli di un puzzle senza eguali”, richiamando “oggetti ed elementi dei più vari o ne sono dei calchi fino ai volti di tutti coloro che hanno collaborato alla creazione del Giardino dei Tarocchi, i cui nomi sono anche riprodotti in murrine tutto attorno ad una delle colone del loggiato”. Al centro del cortile racchiuso da questo ondeggiante, polimaterico loggiato, è ritagliata una vasca circolare nella quale quattro felici, coloratissime nanas fanno il bagno, schizzando dai seni getti d’acqua. Sul retro del Castello, staccata ma incombente, si eleva la Torre, simbolo delle costruzioni mentali non fondate su basi solide, interamente rivestita di specchi e decapitata dalla violenza del fulmine-macchina-ferraglia concepita da Jean Tinguely. Dalle finestre rettangolari ritagliate lungo le pareti della Torre si può avere una visione dell’interno dell’edificio, le cui strette stanze erano state adibite ad ufficio, oggi non accessibile.

L’Imperatrice-Sfinge
Precedentemente chiusa al pubblico è anche la scultura più rappresentativa ed importante del complesso, la Imperatrice-Sfinge nella quale Niki de Saint Phalle ha abitato per lunghi periodi durante i lavori. Posta a lato del Castello, l’Imperatrice si affaccia sulla piazza sottostante ed è posta in posizione dominante sull’intero Giardino. Enorme ed opulenta, il corpo esageratamente formoso rivestito di una fantasmagoria di ceramiche molate, l’Imperatrice incarna forse meglio di qualsiasi altra scultura la cifra stilistica della “curva” adottata da Niki de Saint-Phalle fin dagli anni Sessanta nelle sue “Nanas”. All’interno della “grande madre” – “spazio tutto a rotondità ondulate senza alcun angolo” secondo le parole dell’autrice, adibito ad abitazione con la stanza da letto in un seno, la cucina nell’altro e lo spazio centrale arredato come soggiorno studio – sono state collocate il 17 agosto 1996 – attualmente visibili – la figure del Giudizio, delle Stelle e del Carro, riflesse dalle migliaia di frammenti di specchi veneziani che rivestono le pareti. Sul dorso dell’Imperatrice, i filamenti della chioma rivestita di specchi blu elettrico che incornicia il volto nero della figura, delimitano una terrazza-belvedere tutta anfratti e concavità, accessibile da una scalinata modellata sul lato esterno, dai cui si gode l’ampio panorama della campagna circostante e la visione argentea della Luna, scultura “skinny” sostenuta dal granchio rosso posta al centro di una radura più in basso.

La Temperanza
Ancora proseguendo il cammino, sul limitare del pendio di sinistra sorge la cupoletta-cappella di specchi e cemento sovrastata dalla figura della Temperanza, dedicata alla memoria di Jean Tinguely e di Ricardo Menon; l’igloo è rivestito all’interno di specchi e formelle ceramiche in forma di fiori, ed è incentrato attorno ad un piccolo altare con il bassorilievo coloratissimo di una Madonna nera, che veglia sulle fotografie degli amici scomparsi. Entrare nella cappella significa penetrare in una dimensione in cui si perdono i parametri spaziali conosciuti: più che in altri luoghi del Giardino (e ancora più forte deve essere la sensazione all’interno dell’Imperatrice), l’effetto è di un avvolgente, spaesante caleidoscopio di colori e di forme curve continuamente riflesse e frantumate, uno spazio magico e sfuggente nel quale sembra tradursi il concetto stesso di infinito. Nei pressi della cappella, nelle piazzole in mezzo al verde, sono sistemate sculture-sedili a forma di animali, utilizzabili come momenti di sosta, di contemplazione e di meditazione, mentre altre sculture, di soggetto mitico (la Dea dei serpenti o l’Oracolo) o animale (il gatto Ricardo) sono sparse nel boschetto.

La Morte-Il Diavolo-Il Matto-Il Mondo
Ritornando indietro fino alla scultura del Sole, un altro piccolo sentiero sterrato conduce scendendo all’ultimo, selvaggio settore del Giardino, un solitario itinerario composto di tre piccole radure vicine in cui si ergono, isolate, le sculture della Morte, posta su un basamento di specchi e simboleggiata da una ghignante figura dorata in sella ad un cavallo blu che falcia uomini e animali ai suoi piedi; del Diavolo, in agguato sul fondo di una nicchia vegetale, con le ali di pipistrello spiegate, il corpo coloratissimo, il sesso incerto, le due figure umane – femminile e maschile – ai lati; del Matto, filiforme scultura “skinny” in cui il giovane vagabondo, nel quale l’artista si identifica, è il simbolo del caos, dello spirito e dell’entusiasmo ed infine del Mondo, eseguita insieme a Tinguely che ha creato la macchina ferrosa alla base che fa ruotare ad intervalli regolari, illuminando magicamente con minuscole particelle di luce il verde circostante, la sfera di specchi stretta tra le spire di un serpente e sovrastata da una figura di donna a braccia aperte.

La Forza
La scultura della Forza rappresenta l’undicesimo Arcano dei Tarocchi e mostra una donna che tiene sotto controllo un drago, legato a lei da un filo invisibile. Si tratta di una originale interpretazione di questo Arcano, che, dal mazzo dei Visconti del 1450, raffigura una donna che apre le fauci ad un leone. L’introduzione della figura del drago mostra anche i debiti iconografici che l’artista ha verso le sculture del Bosco Sacro di Bomanzo, dove è presente un drago che ricorda molto quello di Niki de Saint Phalle.

Fonte: Wikipedia

Sulla carta d’identità il consenso alla donazione degli organi

23 Feb

Al via in tutti i 15 Municipi romani la registrazione sulla carta d’identità – all’atto del rilascio o del rinnovo – del consenso alla donazione degli organi. Per dichiararsi donatore qualsiasi cittadino può far annotare sulla carta la dicitura “donatore di organi e tessuti”. La novità, sperimentata con successo nel Municipio di Roma Centro a partire da giugno 2014 (progetto Una scelta in Comune), è stata presentata dal sindaco Ignazio Marino, dalla presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi, dal coordinatore dei presidenti di Municipio Maurizio Veloccia e dal direttore dell’Anagrafe capitolina, Angelo Ottavianelli.

“Roma”, ha affermato il sindaco Marino, “è la prima città metropolitana che finalmente rende possibile questo servizio, per favorire un gesto che non costa nulla e che può cambiare la vita a molte persone”. Determinante ora, per Marino, sensibilizzare gli operatori di sportello “perché spendano un minuto in più per far capire ai cittadini l’importanza della loro volontà di donare”. E donare, ha detto, “non costa nulla perché l’alternativa è portarsi i propri organi nella tomba. Un gesto semplice, di pura generosità, assolutamente non legato a scambi di natura economica, a nessun titolo”.

Sempre il Sindaco ha detto di attendersi nel tempo un grande numero di adesioni. I dati confermano l’efficacia del “canale comunale” per acquisire i consensi: in quindici anni di registrazione presso le Asl si è arrivati a 2.254 donatori, in sette mesi di sperimentazione in I Municipio se ne contano 2.737 (dati Centro Nazionale Trapianti).

Fonte: Comune di Roma

Street art nella metro B: Gomez, Ironmould, Solo, Diamond, Pepsy a Santa Maria del Soccorso, Rebibbia, Monti Tiburtini e Ponte Mammolo

23 Feb

Gomez, Ironmould, Solo, Diamond, Pepsy sono i cinque street artist ai quali è stato affidato il compito di “ridisegnare” porzioni di periferia con opere inedite di arte contemporanea.

Quattro nuove stazioni della Metro B si trasformano in gallerie d’arte urbana grazie all’Urban Breaths Project – Take one, uno dei progetti vincitori del bando “Roma Creativa”, realizzato con il sostegno di Roma Capitale (Assessorato alla Cultura, Dipartimento Cultura) e Atac.

Il progetto, unico nel suo genere, vedrà quattro stazioni della metropolitana coinvolte contemporaneamente, tutte all’interno del Municipio IV: Santa Maria del Soccorso, Rebibbia, Monti Tiburtini e Ponte Mammolo.

Alcune opere sono state ultimate, altre sono ancora in lavorazione, ma tutte offriranno l’occasione per rifarsi gli occhi, tra una corsa e l’altra.

Fonte: Comune di Roma

 

 

I Giardini pensili della Domus Aurea

18 Feb

Rinascono i giardini della Domus Aurea. L’area verde, in corso di realizzazione, è stata progettata per tutelare la straordinaria area archeologica ed accogliere allo stesso tempo i visitatori della tomba di Nerone sul Colle Oppio. Il giardino è pensato per riprodurre, per quanto possibile, l’atmosfera e lo stile di quello che doveva essere un giardino nobiliare romano. L’obiettivo è anche quello di strappare al degrado l’area di Colle Oppio restituendo l’area verde alla fruizione di turisti e cittadini. La data d’inagurazione è prevista per il prossimo 20 marzo: “L’equinozio di primavera ci troverà pronti per presentare a tutti la prima parte del nuovo giardino sostenibile, un giardino contemporaneo nato per preservare l’antico”, ha annunciato Gabriella Strano, l’architetto paesaggista responsabile del progetto, tramite il sito internet della Domus Aurea. La realizzazione dell’area verde è parte integrante della gigantesca opera di restauro della tomba di Nerone portata avanti dalla Soprintendenza: piante ed aiule svolgeranno un ruolo fondamentale per proteggere le bellezze archeologiche sotterranee, con l’obiettivo al contempo di restituire il paesaggio della Roma di età imperiale. Un ‘sistema integrato di protezione’ volto a salvaguardare le volte della struttura antica e i suoi incredibili affreschi: mentre si lavora sotto il suolo anche in superficie archeologi e operai si danno da fare, con la rimozione di quasi due metri di terra che poggiava sulle volte della Domus Aurea. “Il giardino suggerirà attraverso i segni di superficie un piano di lettura dell’area archeologica – racconta ancora Gabriella Strano -Al centro del giardino, che riprende le dimensioni del cortile sotterraneo della Domus Aurea, le fioriture azzurre negli spicchi di acciaio corten, suggeriscono la presenza di una fontana, i cui resti archeologici sono ancora presenti nell’area ipogea dell’impianto neroniano”.

Fonte: Fanpage

  • AGGIORNAMENTO 2 APRILE 2015(ANSA) – ROMA – La lavanda e’ gia’ fiorita. E i limoni spiccano gialli, con il Colosseo sullo sfondo. Sembra davvero solo un bellissimo giardino, con il vialetto in sabbia, proprio come il Viridarium romano raccontato da tante pitture murali e dai testi antichi. E invece sotto quel prato verde, sotto le piante officinali, sotto i corbezzoli e il mirto, sono gia’ al lavoro migliaia di piccoli sensori, tubi, sonde e nuovissime tecnologie con un compito unico al mondo: salvare la Domus Aurea dall’acqua.
    E’ il primo lotto finito di quella copertura, futuristica ma sostenibile, che nei progetti dovra’ andare a sostituire l’attuale assetto del Parco del Colle Oppio, nella parte sovrastante la residenza neroniana. Un cantiere pilota (per ora in un rettangolo di 800 metri quadri sopra l’ala ovest, su 16 mila complessivi), i cui lavori sono partiti a maggio 2014 per terminare oggi, che oltre ad alleggerire il peso sulle volte affrescate sottostanti (si passa da 3 mila a 700 chili a metro quadro), funzionera’ come un grande bacino per la raccolta, il drenaggio e il monitoraggio dell’acqua piovana che scende dal cielo e dell’umidita’ che invece sale dalle mura secolari interrate. Da domani e per 12 mesi si osserveranno i risultati per capire se il progetto funziona. Ma intanto, dice il soprintendente per l’area archeologica di Roma, Francesco Prosperetti, inaugurando il giardino insieme all’assessore alla cultura del Comune, Giovanna Marinelli, “le piogge di questi mesi sono state devastanti per tutta la Domus, tranne che qui”.
    Merito di quella “rivoluzione del carico statico e della qualita’ termo idrometrica” per la quale si sono dovuti sacrificare vecchi inquilini come “i lecci, pericolosissimi con le loro radici infiltranti”, ricorda il direttore del monumento Ida Sciortino nel suo ultimo giorno prima della pensione. Ma che e’ completamente “sostenibile”, sia per i costi di manutenzione del verde che per il peso (tolti gia’ 24 mila quintali di terra). E anche dal punto di vista storico-artistico, perche’ sopra alla nuova intercapedine coibentante il piccolo parco ricorda le fioriture dei giardini romani raccontati da Plinio e quasi replica anche le architetture della Domus, con quattro aiuole poste come la fontana sottostante e i vialetti che suggeriscono il cortile. I lavori hanno poi restituito alla luce anche una necropoli del VI-VII secoli d.C, successiva quindi alle Terme di Traiano, e tracce di coltivazioni a vigneto di epoca settecentesca. Soprattutto, pero’, ricorda Prosperetti, il giardino pilota dovra’ fare in modo che non si ricada in quell’errore fatale per gli affreschi che ispirarono Raffaello e il Pinturicchio, restaurati e riaperti al pubblico per il Giubileo del 2000 e oggi “tornati in condizioni di quasi illeggibilita’” proprio perche’ non si e’ stati capaci di proteggerli.
    “Traiano aveva condannato questo luogo alla damnatio memoriae – dice – oggi abbiamo l’orgoglio di credere che questo sia il progetto di salvezza”. Ma bisogna fare in fretta, perche’ i lotti da coprire sono 22. Da domani si avvia la sperimentazione del primo. Il secondo dovrebbe partire entro la fine dell’anno nell’ala est. Ma servono fondi. “Ci troveremmo bene – dice Prosperetti – con 4 milioni l’anno di finanziamenti, per 5 anni”. E rilancia un appello ai mecenati, perche’ in 6 mesi il crowdfunding per il restauro generale della Domus Aurea ha raccolto solo 15 mila euro, dei quali la maggior parte dai biglietti per le visite guidate del weekend (un euro a visitatore) e meno 4 mila dalle donazione volontarie via web. Per fortuna, conclude, “c’e’ interesse da parte di sponsor, sia italiani che esteri. Stiamo programmando un bando come per il Colosseo, in cui a fronte di sponsorizzazioni saremo noi a dettare le regole per l’utilizzo del brand. Speriamo di pubblicarlo entro l’estate”. (ANSA).

Fonte: ANSA

Vedi anche:

Foto ANSA

Arte interattiva sulla metropolitana: Festival delle arti interattive e digitali

14 Feb

Dal 16 al 22 febbraio 2015 nelle fermate metro di Repubblica e Centocelle è di scena il Festival delle arti interattive e digitali. L’iniziativa nasce dalla collaborazione di Atac con l’associazione Fusolab – prima classificata nel bando “Roma Creativa: l’offerta culturale per i nuovi pubblici” – per portare l’arte nella rete del trasporto pubblico romano. L’evento si realizza con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale.

Dal 16 al 22 febbraio, una delle scalinate di accesso alla stazione di Repubblica (Metro A) verrà trasformata in un pianoforte mediante l’applicazione di particolari adesivi che renderanno ogni gradino un tasto dello strumento. Obiettivo, creare un gioco interattivo che trasformi lo spettatore in “spett-attore”, coinvolgendo il pubblico in una partecipazione attiva.

Il 19 febbraio appuntamento invece presso la stazione di Parco di Centrocelle (Metro C) dove dalle 18.30 alle 20 andrà in scena, a cura dell’artista VJLuper, un Video Mapping architetturale, tecnica che trasforma ogni video-proiezione in una performance unica, sfruttando le caratteristiche architettoniche e le particolarità dello spazio che la ospita.

Da mesi Atac ha iniziato una collaborazione con diverse realtà artistiche cittadine per promuovere l’arte nell’ambito del trasporto pubblico. Ecco alcuni esempi delle installazioni realizzate.

Lo scorso anno, a marzo, l’artista tedesco Clemens Behr ha inaugurato Avanguardie Urbane Roma Street Art Festival 2014 – ideato e promosso dalle associazioni 999Contemporary, ROAM e curato da Stefano Antonelli – realizzando una imponente opera sul palazzo della sede Atac di Garbatella.

A maggio alla stazione metro Spagna sono stati “svelati” gli affreschi di street art realizzati in due notti da 6 artisti francesi conosciuti con i loro tag: C215, Alexone, Epsilonpoint, Popay, Seth, Philippe Baudelocque. 14 opere, fra le quali una che raffigura Papa Francesco.

A giugno quattro artisti italiani – Lucamaleonte, Andreco, Tellas, Eron – e la guest star argentina JAZ hanno realizzato a Spagna le loro opere, utilizzando vari materiali e bombolette spray, e coprendo parte della rimanente superficie muraria della stazione.

A luglio, poi, si è svolto a Spagna l’ultimo intervento di Gaia, artista italo-americano. Alla stazione Rebibbia della metro B, infine, un’opera di circa 40 metri quadri realizzata dal fumettista Zerocalcare.

Sempre sulla scia del connubio tra Atac e street art, dal 9 dicembre 2014 al 10 gennaio 2015 sono circolati svolgendo regolare servizio tre tram Stanga decorati con le opere degli artisti Collettivo Sbagliato, Diamond, Millo, NemO’S, Solo e V3rbo.

Inoltre, cinque pensiline lungo il percorso della linea tram 19 (a piazza Galeno, viale delle Milizie, via dei Castani e due a Valle Giulia) sono state decorate con i lavori di sette giovani artisti del laboratorio Studio Sotterraneo (Luis Alberto Alvarez, Mattia Arduini, Carlos Atoche, Francesco Campese, Luis Alberto Cutrone, Roberto Farinacci e Antonio Russo).

Fonte: Comune di Roma

Giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura: nuovo orario, aperto tutto l’anno

13 Feb

Visite guidate gratuite al Giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura: nuovo orario, aperto tutto l’anno.

L’Istituto Giapponese di Cultura in Roma sorge nella zona di Valle Giulia, di fronte alla Facoltà di Architettura e vicino alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, dove si trovano molte altre Accademie straniere.
Si propone come base per la diffusione e vetrina della cultura giapponese in Italia.

Il Giardino (1.453 m2)
Progettato da Ken Nakajima è il primo giardino realizzato in Italia (su terreno in concessione dal Comune di Roma) da un architetto giapponese, responsabile anche del progetto per l’area giapponese presso l’Orto Botanico di Roma.

Nel giardino compaiono tutti gli elementi essenziali e tradizionali del giardino di stile sen’en (giardino con laghetto), che ha raggiunto l’attuale splendore perfezionandosi attraverso i periodi Heian, Muromachi (XVI-XVII sec.) e Momoyama (fine XVII sec.): il laghetto, la cascata, le rocce, le piccole isole, il ponticello e la lampada di pietra, tôrô.
La veranda, tsuridono, che si protrae sul laghetto è uno dei migliori punti per godere la vista del giardino. Tra le piante presenti si trovano il ciliegio, il glicine, gli iris e i pini nani. Le pietre che formano la cascata provengono dalla campagna toscana.

“…il mio ciclo di conferenze in Europa ebbe inizio dall’Istituto Giapponese di Cultura in Roma, che possiede un giardino giapponese. Si tratta di un giardino Sen’en, o giardino con laghetto, costruito negli anni Sessanta. Sono state utilizzate pietre locali, mentre tra le piante spiccano ciliegi, simbolo del Giappone e ulivi, in rappresentanza delle civilta’ mediterranee. Una miscela che, come ricorda il direttore dell’Istituto, porta un messaggio di amicizia tra i due paesi…”
(Yozaburo Shirahata, docente presso il Centro Internazionale di Ricerca sulla Cultura Giapponese, Asahi Shinbun 25 maggio 1999)

NUMERO UNICO DI PRENOTAZIONE 06.9484.4655

Visite il Martedì, Giovedì, Venerdì pomeriggio
Venerdì e Sabato mattina

Il giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura apre tutto l’anno (tranne nei mesi di luglio, agosto e nel periodo natalizio). Visite guidate gratuite in turni della durata di 30 minuti.

La prenotazione è obbligatoria. Le prenotazioni per singoli si effettuano ESCLUSIVAMENTE per telefono al numero 06.94.84.46.55, numero valido anche per la richiesta di informazioni che non si trovano sul sito. Il numero per le prenotazioni è attivo da lunedì a venerdì 9.00-12.30/13.30-17.30, sabato 9.30-13.00 (esclusi i giorni di chiusura dell’Istituto, riportati sul calendario ). Non sarà possibile prenotare con altri numeri degli uffici. Su richiesta anche visite per gruppi istituzionali (scuole, enti pubblici, centri culturali et similia) all’indirizzo e-mail gruppi@jfroma.it. Non verranno considerati gruppi le associazioni spontanee (amici, parenti ecc.). Al momento della prenotazione, vi sarà richiesto:

  •     Giorno e ora della visita (vedi sotto il calendario di turni disponibili)
  •     Nome di ciascun partecipante (Max 5 persone per telefonata)
  •     La prenotazione non è cedibile.
  •     Cancellazione gradita in caso di impossibilità
  •     Nome e contatto di chi prenota

Vedi anche:

Primavera in fiore a Roma: azalee a Piazza di Spagna e ciliegi all’Eur

11 Feb

A Roma la primavera è in fiore! Sulla Scalinata di Trinità dei Monti tornano le azalee in mostra, e al Laghetto dell’Eur inizia la fioritura dei Sakura (ciliegi giapponesi)

  • AZALEE A PIAZZA DI SPAGNA

Come ogni anno in primavera, tornano a fiorire nella splendida cornice di Piazza di Spagna le preziose azalee capitoline: si tratta di esemplari di Rododendron Indicum, appositamente selezionati per la tradizionale mostra, giunta ormai alla 78a edizione. In esposizione sulla Scalinata di Trinità de’ Monti, restereranno per tutto il periodo di fioritura Terminata la fioritura, il Servizio Giardini ricondurrà le azalee nei vivai dove saranno ospitate fino alla prossima primavera. La mostra inizia nel periodo di fioritura delle azalee a continua per tutto il periodo della fioritura delle azalee (in genere da metà aprile fino a metà maggio)
Dal 16 aprile 2015. La mostra inizia nel periodo di fioritura delle azalee a continua per tutto il periodo della fioritura delle azalee (in genere fino a metà maggio)

  • HANAMI. FIORITURA DEI SAKURA (CILIEGI GIAPPONESI) AL LAGHETTO DELL’EUR

Verso fine Marzo (di solito intorno al 20/24), al Parco Lago dell’EUR di Roma inizia la fioritura dei Sakura (Ciliegi giapponesi), che furono donati dalla città di Tokyo. Si festeggia la loro meravigliosa fioritura (dura per poco tempo, verso i primi di Aprile già sfioriscono), come si usa fare in Giappone. Quest’evento prende il nome di Hanami (let. “l’osservazione dei fiori”) e consiste nell’ammirare questi meravigliosi alberi, principalmente consumando in compagnia un sostanzioso Pic-Nic sotto i Sakura in fiore. Il periodo di massima fioritura solitamente è alla fine del mese di marzo, la fioritura completa può anticipare o tardare di qualche giorno a seconda delle temperature Per l’edizione 2015 non è ancora possibile prevedere il periodo esatto Maggiori informazioni:

Vedi anche:

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