Archivio | gennaio, 2016

I tronchi scolpiti di Andrea Gandini

30 Gen

Andrea Gandini, artista 18enne, trasforma i tronchi di alberi abbandonati in bellissime sculture.

Chi vive a Roma avrà notato quanti tronchi mozzi di alberi morti adornano tristemente le vie della città.
Agli occhi più attenti non sarà sfuggito che negli ultimi mesi alcuni di questi tronchi hanno preso vita, assumendo volti ed espressioni vivamente umane.

Viale Trastevere, Via Marmorata, Circonvallazione Ostiense, Piazza Largo Ravizza sono solo alcune delle strade dove è possibile ammirare questi capolavori di recupero che non solo colpiscono per l’originalità del lavoro, ma anche e soprattutto perchè a realizzarli è un giovane artista appena maggiorenne.
Si chiama Andrea Gandini, ha 18 anni e frequenta l’ultimo anno del Liceo Artistico. Da qualche tempo, armato di scalpello e mazzuolo, gira la città in cerca di tronchi morti da riportare in vita, scolpendo sulle superfici nodose lineamenti umani, quasi a ricreare dei moderni totem che silenziosamente vegliano sulla frenesia cittadina.

“Per ogni albero tagliato bisognerebbe piantarne un altro, ma mi rendo conto che non sempre questo sia possibile” spiega Andrea. Non è neanche accettabile per un artista come lui vedere materiale utile e in alcuni casi pregiato e costoso – come il legno degli alberi di giuda – abbandonato alle intemperie e dimenticato nel grigio della città.
Così ha pensato di recuperarlo facendone un veicolo per esercitare la mano e regalare a Roma un nuovo concetto di street art, che ha un’ anima eco ma anche social, perchè invita alla partecipazione. Sebbene infatti le strade della capitale siano piene di tronchi mozzi, Andrea è sempre a caccia di “nuove tele” da scolpire: se vi piace il suo progetto, potete seguirlo sulla sua fan page e aiutarlo segnalandogli eventuali tronchi in giro per la città!

Fonte: www.bioradar.net

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Una guida verace per le bellezze di Piazza Bologna

21 Gen

Una divertente e originale guida dedicata al quartiere di Piazza Bologna: è la Guida Verace Di Un Quartiere Eccentrico, Piazza Bologna Fra Storie, Curiosità E Mirabilia, di Alice Muzzioli e Francesca Gabrielli.

Sapevate che a Piazza Bologna ci sono la casa di Pirandello, un giardino segreto, il gelato alla liquirizia Amarelli, una biblioteca in cassetta, porcacchia e grattaculo, un’accademia degli scacchi, ben sei teatri (di cui uno invisibile) e una guida che vi accompagni ad esplorarli? Tutto ciò e molto di più in questa grandiosa, geniale e imperdibile guida di quartiere.
160 pagine divise nelle sezioni Eplorazioni (inclusi tre itinerari culturali e lo Speciale Villa Torlonia), Mangiare e Bere, Negozi, Cose da Fare (con tante idee anche per i bambini), Suggerimenti per la Vita Pratica (ad esempio dove parcheggiare) e Cartine (per trovare farmacie aperte la domenica o gli orari delle poste).
La guida è illustrata e lascia spazio all’immaginazione: potrete colorare con i vostri colori preferiti tutti gli sfondi o le illustrazioni. E’ corredata di cartine per non perdersi mai nei grovigli di strade cercando le palazzine più belle dall’inizio del Novecento ad oggi. Questa è la prima ed unica guida esistente su Piazza Bologna ed è stata redatta da due piazzabolognesi doc. Si rivolge a turisti di passaggio, residenti e studenti fuori sede. Per ciascuno ci saranno delle sorprese! Contiene dritte su negozi strani, ristoranti nascosti e angoli affascinanti che non t’aspetti. Se “Ci vediamo alle poste” vi suona familiare, questa è la guida che fa per voi. E se al contrario non vi dice niente…beh, non vi è venuta voglia di scoprirlo?

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Guida Verace Di Un Quartiere Eccentrico: Piazza Bologna Fra Storie, Curiosità E Mirabilia, di Alice Muzzioli e Francesca Gabrielli

Guida Verace Di Un Quartiere Eccentrico: Piazza Bologna Fra Storie, Curiosità E Mirabilia, di Alice Muzzioli e Francesca Gabrielli

Il Carnevale Romano: la tradizione carnascialesca di Roma

19 Gen

Il Carnevale di Roma, o Carnevale romano, si festeggia a Roma nel periodo dell’anno che precede la Quaresima; fortemente ispirato ai Saturnalia degli antichi Romani, il carnevale fu uno dei principali festeggiamenti della Roma papalina.

Le origini del carnevale romano risalgono ai Saturnali, festività religiose dell’antica Roma caratterizzate da divertimenti pubblici, riti orgiastici, sacrifici, balli e dalla presenza di maschere.

A partire dal X secolo si svolsero festeggiamenti carnascialeschi sul monte Testaccio, con l’intento di richiamare l’antica festività romana. Dalla metà del XV secolo i giochi, per volontà di papa Paolo II, si svolsero in via Lata (attuale via del Corso).

Spettacoli

  • Corsa dei cavalli barberi
  • Festa dei moccoletti

La principale maschera del carnevale romano era Rugantino, ma erano presenti anche i vari Norcini, Aquilani, Facchini e Pulcinella nonché Meo Patacca, il generale Mannaggia La Rocca, Cassandrino, don Pasquale de’ bisognosi.

La corsa dei barberi.
Il Carnevale romano contava su una lunga tradizione di tornei e corse quando nel 1462, con l’elezione al pontificato di papa Paolo II, venne appositamente realizzata l’attuale via del Corso, allora via Lata. Di tutte le corse del Carnevale romano, la corsa dei cavalli barberi era l’evento principale.
I cavalli “scossi” venivano raggruppati proprio sotto l’obelisco di piazza del Popolo accanto al quale venivano costruite delle tribune dalle quali le persone più ricche e potenti della città potevano assistere da vicino alla partenza della gara. Le altre persone affittavano dei posti lungo la via Lata per assistere alla corsa. I balconi che affacciavano sulla via erano gremiti di gente che lanciava fiori e confetti ai forestieri, e adornati con drappi e broccati. I meno fortunati, invece, erano costretti ad affollarsi sulle pendici del Pincio. Nei momenti che precedevano la partenza, i cavalli erano tenuti dai barbareschi (gli odierni stallieri) con difficoltà perché aizzati e infastiditi da spilli inseriti in palle di pece che venivano attaccate sulla loro groppa. Quando si udivano gli spari a salve, tutti sapevano che la Corsa era cominciata. I cavalli venivano lanciati lungo via del Corso verso piazza Venezia, dove un grosso drappo sospeso in aria segnava la fine del percorso. L’arrivo e la “cattura” dei cavalli scossi, intimoriti e per nulla propensi a fermarsi di fronte ai barbareschi sono ricordati come momenti estremamente spettacolari per quella folla vogliosa di emozioni forti. Tanti nobili, reali, artisti e viaggiatori accorrevano a Roma per la corsa e ne lasciarono traccia nei loro scritti fino all’unità d’Italia quando, nel 1874, Vittorio Emanuele II decise di abolire per sempre questo evento a causa della morte di un giovane ragazzo, che assisteva alla corsa e fu travolto e ucciso. Questo fatto segnò così l’inizio del declino del Carnevale romano.

Fonte: Wikipedia

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Terme di Caracalla: la stagione estiva 2016

16 Gen

La stagione estiva 2016 alle Terme di Caracalla:

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