Riapre al Parco del Colosseo il Ninfeo degli Specchi: giochi e scherzi d’acqua al Palatino.
Con il solstizio d’estate la magia dell’acqua riaccende il Ninfeo degli Specchi e la fontana dei Farnese torna all’antico splendore.
Un’alternanza di giochi e scherzi d’acqua torna a riaccendersi nell’antico Ninfeo degli Specchi sul Palatino. Dopo il fascino degli Horti Farnesiani con il suo Fontanone, il maestoso Ninfeo della Pioggia e dopo la sistemazione del roseto Palatino, in cui spicca la rosa Augusta Palatina, è ancora il giardino segreto dei Farnese, la famiglia che ha segnato la Rinascenza del colle Palatino, a far parlare di sé restituendoci un pezzo di storia.
E’ Giacomo Boni stesso, primo storico direttore del Foro Romano e del Palatino, che nella sua pubblicazione del 1914, “L’Arcadia sul Palatino”, descrive la riscoperta della fontana farnesiana, denominata anticamente de gli Spechi per le decorazioni e la presenza di satiri a tutto tondo che trattenevano degli specchi.
“[…]Rimosse le terre di scarico e le immondezze, stendentisi a scarpa dalla platea orientale degli Orti Farnesiani sulla via moderna, che sale per l’area palatina al fianco occidentale del palazzo dei Flavi, apparvero le vestigia della “fontana de gli spechi”, fiancheggiata da rampe”.
Il ninfeo è incastonato nel fianco sud-est degli Horti Farnesiani come si vede nella carta del Falda; l’acqua che lo alimentava arrivava a caduta dalla sovrastante fontana dei platani, oggi completamente perduta, luogo ameno sede dell’Accademia dell’Arcadia alla fine del XVII secolo.
“Il ninfeo, absidato[…]doveva essere originariamente ricoperto da cupola a semicatino; contiene tre nicchie[…]; una nel mezzo e le altre di fianco[…]”. “Le nicchie sono incrostate da stalattiti e gli spazii intermedii da meandri ed anelli in mosaico e da stucchi[…]Il Piano delle nicchie incrostato di ghiaietta o ciottolini piatti, conteneva zampilli d’acqua od era sormontato da una statua come indicano le tracce del basamento[…]Delle due scalee ai lati dell’abside rimane la destra
[…]fiancheggiata da un muro a pilastri, e con inquadrature rivestite di stalattiti come quelle del ninfeo. […]Rimane, nel mezzo, un disco composto da quattro anelli concentrici, di porfido rosso, serpentino verde, marmo giallo e porfido[…]Sul penultimo anello e nel centrale sono quattro cerchi di tubetti in piombo, destinati ad uno degli scherzi abituali nei giardini della fine della Rinascenza. Al di sotto, due fistole plumbee, lunghe due metri[…]terminano, a guisa di rastrello, con altri due condotti normali…e muniti di cinque zampilli verticali per giuochi d’acqua”.
Il ninfeo, caduto in disuso con l’abbandono e il degrado del giardino farnesiano, rivive oggi grazie ad un’installazione a cura dell’architetto paesaggista Gabriella Strano. Il progetto moderno, allestito nel rispetto del manufatto storico-artistico, suggerisce il fascino degli antichi giochi e scherzi d’acqua che un tempo sorprendevano gli ospiti della famiglia Farnese e oggi “scherzano” con i passanti incuriositi.
“Il progetto rientra nell’ambito della rifunzionalizzazione di tutte le fontane, antiche e moderne, del Parco archeologico del Colosseo” ha dichiarato il direttore del Parco, Alfonsina Russo e ha spiegato “la valorizzazione del colle Palatino passa anche per il ripristino degli antichi contesti in una passeggiata che da oggi si arricchisce anche del suono antico dell’acqua che per secoli ha allietato i nostri antenati. L’area – ha concluso il direttore – diventa uno spazio ulteriore di refrigerio e sosta per i visitatori e a breve verrà restaurato il pavimento in mosaico”.
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